"Il miglioramento di Terni è il principale obiettivo, il più vivo e costante desiderio di questo giornale" (Virgilio Alterocca, in L'Annunziatore Umbro-Sabino - 1883)

L'associazione TernIdeale vuole riprendere e onorare questa missione attraverso un impegno culturale e sociale ad ampio raggio. TernIdeale, presidente: ing. Giuseppe Belli - Viale della Stazione, 52 - 05100 Terni - www.ternideale.it - Ternideale2014@gmail.com C.F. 91064860553

TUTTO SULLA CONFERENZA: "IL TEATRO DELLA CITTA'" - SABATO 14 DICEMBRE 2013 - PALAZZO GAZZOLI

Nota: Commenti, proposte e interventi già presentati alla conferenza o ex novo nella sezione commenti in fondo a questo post

IL TEATRO VERDI DI TERNI IDEALE from valterb on Vimeo.

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LA NOSTRA POSIZIONE E LA NOSTRA PROPOSTA

RESTAURIAMO IL TEATRO VERDI DELLA CITTA’
EVITIAMO UN INTERVENTO SBAGLIATO, FUORI MERCATO,
INUTILMENTE COSTOSO E DANNOSO PER LA SUA IRREVERSIBILITA’
Resoconto della conferenza IL TEATRO DELLA CITTA’ di sabato 14 dicembre 2013


Il Comune di Terni intende restaurare il teatro comunale intitolato a Giuseppe Verdi consolidando e quindi, di fatto riproponendo, la struttura del cinema-teatro realizzata nei primissimi anni del Dopoguerra.

Questo secondo noi è sbagliato e dannoso.

Sbagliato perché se nel Dopoguerra l’idea di un cinema-teatro poteva avere un senso, come ha poi effettivamente avuto in considerazione della grande crescita cinematografica grazie anche alle potenti influenze culturali americane, oggi, nell’era di internet e di comunicazioni globali, di richiesta di prodotti specifici altamente tecnologizzati il cinema-teatro degli anni Sessanta non ha più ragione di esistere.

Il progetto di restauro del Comune, dunque, collocherebbe il cinema-teatro di Terni fuori mercato rendendolo un edificio dalla difficilissima gestione economico-finanziaria. Questa è la principale ragione, a nostro modo di vedere, per la quale il Comune di Terni non riesce a reperire capitali privati tali da rendere l’amministrazione comunale assolutamente certa di portare a compimento la “missione” restauro.

Il danno, invece, sta nel fatto che procedendo all’opera di restauro ipotizzata dal Comune di Terni seppur con il solo stralcio del consolidamento strutturale del cinema-teatro si condizionerebbe - di fatto impedendolo - qualsiasi tipo di successivo intervento finalizzato a un progetto di funzionalità davvero redditizia sia per la gestione del teatro stesso, sia per l’intera città.

Per tale ragione l’associazione TernIdeale chiede al Comune di Terni, tenuto conto del successo del convegno organizzato a Palazzo Gazzoli e degli interventi che in esso si sono susseguiti, nonchè dei risultati di una sottoscrizione popolare lanciata in queste ore in città, di sospendere ogni procedimento burocratico-amministrativo e gli atti ad esso conseguenti, per aprire davvero quel confronto con le forze professionali, associative e della produzione culturale della città volto a individuare insieme le soluzioni migliori per la futura funzionalità del teatro sulla base delle quali, poi, sviluppare i vari progetti strutturali e architettonici necessari.

La nostra proposta è quella di un teatro che assolva anche per gli anni a venire quel ruolo di propulsore culturale, generatore di sviluppo e benessere, che il Teatro Comunale “Giuseppe Verdi” di Terni ha avuto dal 1849 in poi.

Un teatro che sappia cogliere i segnali del presente per poter essere al centro di un più ampio progetto cittadino: un nuovo piano industriale per la città di Terni. Un’industria della cultura.

Chiediamo dunque all’amministrazione comunale che riformuli il progetto già approvato (frettolosamente e senza una vera partecipazione cittadina) per costruire un percorso che verifichi la possibilità di far diventare il Teatro Verdi un punto di eccellenza, italiana ed europea, nel campo della produzione teatrale ad alto valore aggiunto.

Ciò significa restaurare il Teatro Verdi in modo tale che le compagnie teatrali possano scegliere la città di Terni per venire a realizzare le proprie opere (prosa, musica, Opera, balletto, ecc.) potendo contare su una struttura (il nuovo Teatro Verdi, appunto) dotata delle più moderne tecnologie per la ripresa audio-video degli spettacoli che potranno essere così inseriti più facilmente in circuiti globali di commercializzazione cinematografica. Tale location (parliamo sempre del Teatro Verdi) è già al centro di una rete di strutture complementari esistenti quali gli studios del Videocentro e di Papigno, che oggetto di un percorso innovativo avviato negli anni Ottanta e fatto abortire per miopia culturale proprio quando stava dando risultati concreti potrebbero essere recuperati e ri-funzionalizzati nel “nuovo piano industriale”culturale della città di Terni.

Oggi le sale cinematografiche di tutto il mondo per garantirsi la sussistenza differenziano la propria offerta attraverso la parcellizzazione delle sale e la moltiplicazione dei generi dei contenuti. Quasi tutte le sale cinematografiche oggi offrono anche contenuti teatrali proiettate sul grande schermo. Si tratta di contenuti teatrali prodotti e registrati per massima parte al di fuori dell’Europa e al di fuori dell’Italia, ma poi diffusi in tutto il mondo. Con un biglietto da 12 euro si può assistere a “La traviata” godendo dell’esperienza audio offerta dal cinema in cui è proposta l’Opera, ma anche delle tecnologiche con le quali l’Opera è ripresa nella location in cui viene messa in scena. Contenuti teatrali che per la maggior parte hanno a oggetto Opere liriche italiane.

Non esiste, oggi, in Italia e in Europa un teatro all’italiana strutturalmente organizzato per offrire alle compagnie teatrali servizi e tecnologie integrate che consentano la realizzazione a basso costo di prodotti culturali destinati poi anche a una commercializzazione video. Il Teatro verdi di Terni potrebbe colmare questo gap cogliendo l’occasione del suo restauro: questa è la nostra proposta.

Che è una proposta per la città del domani in cui la cultura è posta al centro di un nuovo modello di sviluppo, in grado di rimettere in moto vecchi cicli produttivi lasciati morire agli albori del boom multimediale che ha poi investito l’intero pianeta e allo stesso tempo capace di crearne di nuovi.

’amministrazione comunale è disponibile a raccogliere la sfida del presente e del futuro, o preferisce condannare se stessa e la città all’accanimento terapeutico degli ultimi tempi?

RELAZIONE DI  MORENO CERQUETELLI, GIORNALISTA RAI, CRITICO TEATRALE, CURATORE DELLA RUBRICA DEL TG3 "CHIE'DISCENA"



MORENO CERQUETELLI, giornalista Rai, curatore della rubrica del TG3 Chièdiscena

Relazione al convegno "Il teatro della città" – Palazzo Gazzoli, 14 dicembre 2013

Mi occupo di teatro oramai da vari anni come critico e come cronista culturale. Quest’anno con la rubrica di informazione teatrale del tg3, Chiediscena ,da me curata festeggiamo il decimo anno di vita e visti i tempi per la cultura in questo paese, lasciatemi dire è un record.. A proposito della battaglia di Terni Ideale sul destino del Teatro Verdi mi è apparso subito chiaro che il problema non poteva essere solo quello di ridare alla città un teatro funzionale e capiente ,ma l’occasione, per il recupero di una funzione anche produttiva del teatro stesso nel senso televisivo e dei nuovi media.
Sempre più nell’era di Internet è infatti avvertita dal settore la necessità di disporre di supporti video informatici di registrazione e promozione degli spettacoli stessi sia in alta definizione che in 3 D.
A fini commerciali ma soprattutto per la diffusione e promozione degli spettacoli stessi. Basti pensare che  il Cirque du Soleil si preoccupa prima di avere e diffondere video e poi di mettere in scena gli spettacoli stessi. Attualmente tutto questo viene effettuato da ditte ed enti televisivi , seppure non massicciamente, ma non esiste una struttura di dimensioni industriali specializzata specificatamente e stabile a costi contenuti in questo settore. Quale occasione migliore dunque che approfittare a Terni del rifacimento del teatro Verdi per creare questa struttura? Vale a dire un teatro che già in partenza viene concepito sia come luogo di spettacolo che come studio televisvo e stazione telematica .Un esempio in questa direzione ( se volete molto più ristretto e limitato) c’è stato in passato con il Teatro Parioli di Roma quando venne rilevato da Maurizio Costanzo. Un vecchio teatro semi abbandonato fu attrezzato anche a studio televisivo conservando la sua funzione. Di giorno per la registrazioni e montaggio del Costanzo Show la sera come normale programmazione teatrale. Nel nostro caso si farebbero ben altri passi in più. E naturalmente l’ipotesi non riguarderebbe solo il teatro perché , e qui veniamo alla storia recente di Terni e del Videocentro, il Verdi potrebbe diventare punto terminale di un sistema che recuperando idee e strutture del videocentro sarebbero indirizzate alla realizzazione dei prodotti per il teatro. Vale a dire, , registrazioni in alta definizione di spettacoli , opere, balletto, promo degli stessi ,possibili dirette Tv e via internet , lavorazioni specialistiche per le necessità audiovisive degli allestimenti che ne hanno necessità.
Da qualche anno quasi tutte le opere e spesso la prosa fanno uso di interventi video che partecipano e arricchiscono la messa in scena con sperimentazioni anche nel campo degli ologrammi e nel 3d.
Nel settore esiste quest’esigenza che , ripeto, allo stato delle cose è soddisfatta solo parzialmente , con costi elevati non sempre accessibili.
Va da se che un’industria siffatta ha bisogno di personale specializzato , anzi ad alta specializzazione, e qui rientra il settore della formazione già ampiamente prevista dal progetto videocentro. Ed ancora tutto questo dovrebbe avvenire in un nuovo teatro che oltre alla tecnologia recuperi la forma cosiddetta all’italiana. Non per mero sciovinismo o romantiche nostalgie ma perché il prodotto teatro in particolare l’opera, parla italiano anche nella forma .
Questo in un trend mondiale che conferma nei dati l’esistenza di un’esigenza di mercato ben viva e in crescita. Basti pensare( per limitarci solo al Teatro Lirico) che tra le prime venti opere che si sono date l’anno passato nel mondo ben 12 sono italiane e che tra i dieci compositori più eseguiti Verdi e Puccini sono al primo e secondo posto seguiti da Rossini e Donizetti al 6° e 7°. Insomma terreno su cui lavorare non manca e credo che ancora oggi lo slogan coniato per il Videocentro (dall’immagine della fabbrica alla fabbrica dell’immagine) valga oggi più che mai e potrebbe essere recuperato con il nuovo teatro Verdi per rilanciarlo e per farne strumento di sviluppo dell’economia cittadina . Tanto per smentire i profeti di sventura convinti che con la cultura non si mangia.

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INTERVENTO DELL'ARCH. DANILO SERGIO PIRRO


IL CORAGGIO DI RINASCERE
Nell’attività di ricerca archivistica legata alla pubblicazione del libro Enrico Lattes – l’architetto ritrovato (Ed. Gangemi , Roma 2013), ho scoperto che la città nel primo dopoguerra nonostante le pesanti ferite inferte dal conflitto non si rassegnò, anzi  si adoperò per  rilanciare quella che era la sua identità di città dinamica, operosa produttiva.
Proprio da quelle rovine i progettisti videro l’occasione di dare alla città un nuovo volto, è questo il caso dei progetti dell’architetto Emanuele Caniggia (1891-1986) che fu docente presso l’istituto di geometri di Terni che propose una serie di elaborati per un progetto di ricostruzione della città, già nel dicembre del 1944.
l’architetto Emanuele Caniggia si legò a Terni in particolare nel dopoguerra realizzando complessi residenziali a Piazza del Mercato e a Ponte Romano. Il suo archivio recentemente donato all’Archivio Centrale dello Stato potrebbe custodire altri inediti relativi a Terni.
Nei documenti conservati nell’archivio del Comune di Terni, il Caniggia all’indomani della liberazione di Terni propone una serie di interventi di riqualificazione del centro cittadino. Gli interventi di riqualificazione ruotano tutti intorno alla centralità di un edificio con funzioni pubbliche.
Gli interventi più rilevanti sono la riqualificazione della Piazza Vittorio Emanuele che prevedeva il completo abbattimento del Palazzo Faustini.
Un intervento si sarebbe detto di stampo Giovannoniano, ma che aveva la funzione di rivitalizzare un centro storico inagibile e disabitato.
L’intervento che colpisce pero, è la realizzazione di un nuovo Teatro dell’Opera, un edificio monumentale posto a ridosso della chiesa di San Francesco.





La realizzazione di un teatro in un periodo di profonda crisi economica era un volano culturale identitario morale, per una città profondamente segnata dalla guerra.
Lo stesso Caniggia in un articolo pubblicato su il giornale Umbria Democratica (Il nuovo piano di ricostruzione della città, in “Umbria Democratica”, settimanale della D.C. 15-22 novembre 1945)p. 2) lamenta,  lo scarso coinvolgimento dei professionisti al piano di ricostruzione di Ridolfi.

E’ una storia che sembra ripetersi.
L’idea che ci sta a cuore del progetto di Caniggia è che lui non fece di un teatro uno dei fulcri della ricostruzione della città, un’ idea che dovrebbe insegnarci qualcosa sul valore della cultura come promotrice di sviluppo.




LE FOTO








2 commenti:

  1. SINTESI DELL’INTERVENTO DEL DOTT. ROBERTO CARELLI ALL’INCONTRO APERTO SUL FUTURO DEL TEATRO “G. VERDI” DI TERNI PROMOSSO DALL’ASSOCIAZIONE “TERNIDEALE” TENUTOSI IN DATA 14 DICEMBRE 2013 PRESSO L’AUDITORIUM DI PALAZZO GAZZOLI.

    Stante la ferma volontà di restituire alla Città di Terni un teatro che costituisca una sintesi tra antico e moderno,
    suggerisco:

    - La promozione di un’azione di sottoscrizione popolare con il duplice scopo di sensibilizzare la popolazione nei confronti del progetto e di reperire risorse da destinare alla esecuzione dei lavori. Propongo i seguenti livelli di contributo di sottoscrizione:
    1) Copper sponsor 10,00 €
    2) Silver sponsor 100,00 €
    3) Golden sponsor 1.000,00 €
    4) Platinum sponsor 10.000,00 €
    5) Diamond sponsor 100.000,00 €
    6) Red Diamond sponsor 1.000.000,00 € e oltre

    - Propongo che la sottoscrizione della quota dia diritto al singolo sottoscrittore di “essere ricordato” tramite la realizzazione di stelle in rilievo (analoghe a quelle che delimitano l’area pedonale di Piazza Montecitorio a Roma). Il nome del sottoscrittore verrà inciso sulla stella e posizionato, quale elemento architettonico, all’interno del teatro. Si può sottoscrivere anche più di una quota. Ogni quota dà diritto ad una stella. Propongo di realizzare le stelle (rigorosamente in acciaio che ricordi il colore del materiale di riferimento) presso lo stabilimento Thyssen Krupp di Terni.
    - Suggerisco che il telamone, la cui restituzione è stata richiesta alla Città di Perugia, possa essere collocato nel teatro in modo da realizzare un ingresso monumentale tra foyer e sala in perfetto stile polettiano. In questo senso propongo anche di chiedere aiuto alla Sovrintendenza per i Beni Culturali di Perugia, nella realizzazione di copia speculare del telamone in oggetto in modo da ricreare la coppia a “guardia” dell’ingresso come era nell’uso romano.
    - Suggerisco di perseguire la piena autonomia energetica del teatro Verdi attraverso la progettazione e la realizzazione di una emisfera di pannelli fotovoltaici sopra il tetto del teatro stesso sul modello del Parlamento tedesco.
    - Suggerisco di erigere la gestione futura del Teatro Verdi in quella forma giuridica che permetta di far partecipare pro quota alle spese di gestione e manutenzione dello stesso tutti i soggetti che sono interessati al suo utilizzo (in modo particolare suggerisco una qualche forma di collaborazione, anche in fase progettuale, con Mogol in quanto Mogol e con le Città di Rimini e Fano perseguendo una sorta di “gemellaggio culturale” tra Città Polettiane) al fine di implementare la promozione del nostro territorio presso terzi.
    - Suggerisco, nel tempo, che i fondi di avanzo della gestione che si verrà a configurare vengano reinvestiti in modo da inglobare le attività dell’Anfiteatro Fausto e delle strutture insistenti a Carsulae al fine di diversificare l’offerta su tutto l’arco dell’anno solare in termini economicamente vantaggiosi.
    - Suggerisco, infine, di iniziare dall’obiettivo della sottoscrizione popolare della quale mi candido quale responsabile.

    Roberto Carelli

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  2. Egregio Dott. Carelli, ringraziamo per il contributo e ricordiamo che la libera sottiscrizione lanciata ideata e promossa dall'associazione TernIdeale sabato 14 dicembre a margine del convegno "Il Teatro della Città" è in circolazione in città in questi giorni. Potrà riconoscerla dal logo della ns associazione presente sui fogli di raccolta assegnati ai ns incaricati.
    Andrea Fabbri - TernIdeale

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